Le lusinghe milionarie della Superlega araba potrebbero portare al coinvolgimento delle proette in un futuro non troppo lontano. Liv Golf, il tour indipendente finanziato dall’Arabia Saudita, sta valutando la possibilità di creare una versione femminile, come ha dichiarato il suo direttore generale, l’ex campione australiano Greg Norman.

“È una discussione che teniamo regolarmente al nostro interno – ha sottolineato Norman ad Adelaide alla vigilia della prima tappa australiana della storia del Liv Tour – Ho parlato personalmente con le giocatrici del Lpga Tour, del Let Tour e del Ladies European Tour. Amano ciò che il nostro circuito mette in mostra. Continuano a chiederci ‘Come possiamo essere coinvolte? Ci piacerebbe vedere un Liv Tour per le donne’”.

La Liv ha scatenato una rivoluzione nel mondo del professionismo del golf quando è stata lanciata l’anno scorso, attirando le star del Pga Tour maschile statunitense con contratti da favola e tornei dal monte premi ricchissimo: ben 25 milioni di dollari per evento con premi individuali e per i team.

Ma lo “squalo bianco” è anche consapevole di dover prima perfezionare la versione maschile, la cui seconda stagione è iniziata a fine febbraio, cercando di appianare i dissidi con il Dp World Tour. “Dal nostro punto di vista, l’anno scorso è stata una stagione di prova – ha spiegato Norman, vincitore di due Grande Slam – Crediamo nel nostro futuro e saremo incrollabili nel nostro impegno.

Dal punto di vista della Liv, sosterremo sempre i nostri giocatori. Ma spero che si trovi una soluzione, perché il golf non può soffrire a causa di questa diatriba”.

Intanto, nell’attesa di vedere una versione “rosa” della Superlega saudita, un’altra tegola si è abbattuta sul Liv Tour che è stato accusato dall’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch (Hrw) di partecipare allo “sportwashing”, un processo che consente a un Paese di migliorare la propria reputazione attraverso lo sport.